Il nostro è il paese delle morti eccellenti e dei misteri insepolti che, per decenni, continuano a occhieggiare tra le pieghe della storia italiana. Come il padre dellEni, Enrico Mattei, i banchieri Roberto Calvi e Michele Sindona, Aldo Moro e leconomista Federico Caffè che, una mattina del 1987, scomparve da casa e di lui non si ebbe più nessuna notizia. Storie che attirano la curiosità del pubblico e che sono state indagate e raccontate in molte occasioni. Larchetipo, il romanzo più famoso degli ultimi anni sullenigma della sparizione, è La scomparsa di Majorana, dove Leonardo Sciascia trasformò la vicenda delleminente fisico catanese, volatilizzatosi nel 1938, in un caso letterario dinteresse nazionale.
Con Dentro il labirinto, Andrea Camilleri si cimenta nello stesso genere letterario, una combinazione di ricerca storica e ricostruzione di fantasia (la cosiddetta docufiction) che si propone di avanzare una spiegazione verosimile di un altro enigma irrisolto. Edoardo Persico, nato a Napoli nel 1900, è stato un protagonista della scena architettonica italiana degli anni trenta. Brillante, iperattivo, autodidatta appassionato, Persico si trasferì prima a Torino e poi a Milano, tentò la via letteraria e scrisse qualche romanzo, si occupò di arte contemporanea e raggiunse infine la notorietà come condirettore, insieme a Giuseppe Pagano, di «Casabella», e come partner di Marcello Nizzoli in pochi progetti memorabili: come linstallazione in Galleria, a Milano, per il plebiscito del 1934 e la sala della Vittoria nel palazzo della Triennale del 1938, con la collaborazione anche di Lucio Fontana. Camilleri ripercorre passo passo una vita e una carriera rapide e tormentate: fasi di estrema povertà, drammi familiari e poi contatti con personaggi di primo piano su tutti i fronti, da Piero Gobetti a Pietro Maria Bardi, da Alberto Sartoris ad Alfonso Gatto. Nella multiforme attività di Persico si sovrappongono, in maniera spesso aggrovigliata e contraddittoria, contiguità col regime e antifascismo, cattolicesimo integralista, liberalismo e persino socialismo. Persico sembra un militante in cerca di una bandiera, un cospiratore solitario, un attivista che conosce tutti ma che, soprattutto nellultima parte della sua vita, si ritrova sempre più isolato e come prigioniero della rete che lui stesso ha intessuto.
Nel gennaio del 1935 Persico è ritrovato cadavere nella stanza da bagno del suo appartamento milanese. Autopsia e documenti dellepoca sono affrettati e oscuri, le cause della morte appaiono vaghe e Camilleri allinea le tracce con lo spirito del restauratore, provando a ricostruire, pezzo a pezzo, i passi mancanti. Segue i fatti noti, le dichiarazioni di Persico e le testimonianze, spesso discordi, che circondano le assenze, i misteriosi viaggi allestero, gli arresti e gli interrogatori dellOvra che non risultano in nessun verbale.
La seconda parte del testo è unipotesi congetturale che fa luce sui molti lati oscuri seguendo una logica inoppugnabile. Senza svelare la conclusione, possiamo dire che Persico emerge in un nuovo ritratto, assolutamente compatibile con il personaggio che abbiamo sempre conosciuto ma forse anche più reale, costretto a un rapporto concreto, e forse tragico, con le contraddizioni e la violenza del suo tempo.
Andrea Camilleri, «Dentro il labirinto», Skira, Milano 2012, pp. 160, euro 15